Il termine sushi fa riferimento a qualsiasi portata a base di riso acidulato con l’omonimo aceto.
Gli accostamenti più comuni sono con alghe, verdure, carne e pesce cotto/crudo e le origini sono molto antiche, poiché risalgono al quinto secolo avanti Cristo, quando il pescato veniva conservato avvolto nel sale e nel riso, dove aveva modo di fermentare, arricchirsi di gusto e garantire una lunga durata nel tempo.
Al fine di ottenere dei risultati di successo, è dunque fondamentale procurarsi un’ottima materia prima, ma quali sono i segreti per riconoscerla senza alcun tipo di problema?
Scopriamo insieme in questa pratica guida all’acquisto ricca di recensioni, curiosità e consigli!
Ottimo sapore; consistenza perfetta; questo riso è ottimo anche per le persone che desiderano mangiare del semplice riso in bianco; prodotto top gamma; ideale per la preparazione di sushi e bowl di riso.
Alcuni clienti ritengono che il prezzo sia eccessivo; il sacchetto non contiene alcun tipo di chiusura e, una volta aperto, occorre pertanto procurarsi una clip a parte; le diciture riportate sulla confezione sono sì in lingua italiana, ma sono scritte con caratteri molto piccoli.
Ottimo rapporto qualità/prezzo; confezioni ben porzionate; design della confezione accattivante.
Si tratta di semplice riso italiano originario e non ha nulla a che vedere con quello nipponico; essendo un comune riso italiano, il prezzo è davvero troppo alto ed è determinato dal packaging alquanto elaborato; consistenza eccessivamente collosa.
Riso prodotto in Italia, ma è esattamente come quello prodotto nel Sol Levante; confezione ecologica, poiché facile da smaltire; perfetto per la preparazione di sushi, temaki, uramaki e molto altro ancora; prezzo conveniente.
Per questo riso non sono stati scritti lati negativi, in quanto ha ampiamente soddisfatto le aspettative di tutti i consumatori.
Quando si intende preparare il sushi in casa, oltre ad armarsi di pazienza (si tratta infatti di una ricetta alquanto elaborata), si consiglia di acquistare l’apposito riso prendendo in considerazione i seguenti tre criteri, grazie ai quali si porterà in tavola una pietanza da dieci e lode.
1. Tipologia di riso
Le migliori tipologie di riso per sushi sono il riso comune, il riso Japonica (caratterizzato da chicci rotondi e di piccole dimensioni) e Kome.
Quest’ultimo, oltre ad avere i chicchi piccoli, viene denominato anche riso glutinoso oppure colloso, in quanto durante la cottura ha la capacità di restare molto compatto e di mantenere la forma a esso data, requisito fondamentale per la suddetta specialità.
Tornando al riso comune, è molto apprezzato perché cuoce in poco più di dieci minuti e rilascia una grande quantità d’amido, molto utile per creare facilmente nighiri e polpette.
2. Paese di provenienza
Ebbene sì: il riso per sushi non viene coltivato solo in Giappone, bensì anche in California e in Italia, il cui costo è ben più contenuto rispetto a quello proveniente dal Sol Levante, poiché vengono azzerati i costi legati all’importazione.
In entrambi i Paesi trova infatti il clima ideale per svilupparsi.
3. Presenza dell’aceto di riso
Per semplificare le varie fasi di preparazione del sushi, è possibile ripiegare sulle varietà di riso per sushi che già contengono l’aceto di riso, il quale funge anche da ottimo conservante.
La suddetta tipologia prende il nome di sushi meshi oppure shari, è già cotto e consente dunque di risparmiare tempo.
Inoltre rappresenta un’autentica manna dal cielo per le persone meno esperte in cucina.
Vediamo insieme la classifica completa e le recensioni del miglior riso per sushi che abbiamo testato.
Confezione da cinque chili di riso per sushi della varietà Koshihikari Yume Nishiki del marchio JFC.
Riso per sushi coltivato con cura e restando in linea con i metodi tradizionali.
Esso è inoltre caratterizzato da chicchi di grandi dimensioni, colmi di sapore e dalla forma rotonda.
Viene prodotto nel nostro Paese dall’azienda JFC, la quale si attiene scrupolosamente alle direttive dei maestri giapponesi.
Prima di cuocere il prodotto, sciacquarlo bene per almeno due-tre volte e lasciarlo in ammollo per almeno mezz’ora durante l’estate, mentre durante i mesi più freddi dell’anno può bastare un quarto d’ora, pena un risultato molliccio e immangiabile.
Scatola contenente due confezioni da un chilo cadauna di riso per sushi della varietà originaria e prodotto dal brand Biyori.
Riso per sushi originario venduto sottovuoto e perfetto per la preparazione della suddetta pietanza.
I tempi di cottura necessari sono pari a circa dieci minuti e per la preparazione dei roll si raccomanda l’uso della stuoietta in bambù, grazie alla quale si possono ottenere dei pezzi compatti.
Confezione da tre chili di riso per sushi prodotto in Italia della varietà Selenio, la quale è caratterizzata da un aroma lievemente dolce che ben si sposa con numerose varietà di pesce, a partire da tonno e salmone.
Riso coltivato in Italia facente parte della famiglia Japonica, quindi perfetto per la preparazione del sushi.
I suoi chicchi rotondi rilasciano infatti il giusto quantitativo di amido e rimangono attaccati l’uno all’altro, così da permettere la formazione di nigiri e altre delizie nipponiche nell’arco di poco tempo.
Occorre inoltre segnalare che il riso Selenio è una delle migliori tipologie al mondo, non solo per le sue peculiarità, ma anche per il lavaggio e la sbucciatura che avvengono all’interno della riseria.
Sacco in plastica contenente cinque chili di riso per sushi Omomesan prodotto dall’azienda italiana Italpo Enterprise.
Si tratta di un riso decisamente versatile, realizzato solo con ingredienti naturali e perfetto per preparare tantissime ricette giapponesi.
Il prodotto viene venduto sottovuoto per preservare al massimo la sua freschezza.
Scatola contenente tre confezioni da un chilo cadauna di riso per sushi prodotto e distribuito dal brand Naramaki.
Riso per sushi confezionato sottovuoto per preservare sapore, fragranza, freschezza e valori nutrizionali.
Una volta aperta la scatola, avere cura di collocarla all’interno di un luogo asciutto, fresco e al riparo da fonti di luce.
Questo prodotto ha la capacità di gonfiarsi durante la cottura, i chicchi si compattano tra loro e tendono a rilasciare la giusta dose di amido senza sfaldarsi.
In quest’ultima sezione della guida all’acquisto sul miglior riso per sushi verranno fornite le risposte alle domande più comuni, così da rendere i consumatori più consapevoli.
Il riso per sushi deve essere innanzitutto lavato in una ciotola colma d’acqua e strofinando il prodotto tra le mani, così da rimuovere l’amido in eccesso.
Occorre poi sostituire l’acqua finché essa diventa limpida, scolare e far riposare il prodotto per trenta minuti prima della cottura.
L’impasto originale della colomba pasquale prevede pochi semplici ingredienti, ossia uova, burro, zucchero, farina, glassatura alle mandorle e bucce d’arancia candite.
Il riso per sushi può essere cucinato sia in una normale pentola, sia in un cuociriso elettrico.
Nel primo caso collocare nel tegame la quantità desiderata, acqua e una striscia di alga secca Konbu, portare a ebollizione a fiamma alta, coprire con un coperchio, abbassare il fuoco e far proseguire la cotture per circa quindici minuti.
Spegnere la fiamma, rimuovere il coperchio, coprire con un canovaccio e far riposare per minimo una decina di minuti.
Se invece si utilizza il cuoci riso, collocare la quantità di acqua e riso riportata sul libretto delle istruzioni, un pezzetto di alga per arricchire di gusto e azionare l’elettrodomestico.
Il riso per sushi cotto richiede la conservazione in frigorifero all’interno di un contenitore provvisto di chiusura ermetica, mentre quello crudo deve essere posto all’interno di un luogo lontano da umidità e fonti di luce diretta.
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